Dichiarazione di successione

 

L’acquisto della proprietà può avvenire, oltre la compravendita, iure ereditario, ovvero per successione mortis causa.

In questo caso per poter vendere l’immobile ricevuto in eredità è necessaria la dichiarazione di successione.  Quest’ultima va presentato entro un anno dalla morte del proprietario presso l’ufficio territorialmente competente ed è necessario per il trasferimento dei beni agli eredi a fini fiscali.

La dichiarazione deve essere presentata per via telematica, a partire dal 1 gennaio 2018.

L’ufficio territorialmente competente è quello del luogo in cui il defunto aveva fissato l’ultima residenza nota, oppure quello del luogo in cui il defunto aveva fissato l’ultima residenza italiana, se residente all’estero oppure l’ufficio “ROMA 6” in caso di residenza ignota.

Quali beni sono tassati e quali esclusi

Beni immobili di qualsiasi genere:

- fabbricati (case, negozi, stalle, magazzini, immobili strumentali, etc)

- terreni agricoli o edificabili

Beni mobili: 

- barche, gioielli, opere d'arte,

- conti correnti bancari e postali, denaro, investimenti come ad esempio azioni, obbligazioni, fondi fiduciari, vita ecc, 

- aziende e partecipazioni di società di ogni genere, fatta eccezione, per i casi di esenzione previsti dalla legge che esonerano dalla tassazione di successione gli eredi

Beni esclusi dall'imposta di successione:

- Titoli di Stato e Titoli di debito pubblico compresi i Buoni del Tesoro

- Certificati di Credito del Tesoro e i Buoni del Tesoro Poliennali;

- Aziende familiari e partecipazioni sociali

- Società di capitali o cooperative o di mutua assicurazioni con sede in Italia: l'esclusione dall'imposta spetta solo per le partecipazioni attraverso le quali si acquisisce o si integra il controllo della società, a patto però che per almeno 5 anni gli eredi proseguano l'attività di impresa e/o detengano il controllo della stessa.

- TFR e le altre indennità che spettano per diritto agli eredi;

- Beni culturali sottoposti a vincolo culturale prima della successione, a patto che siano stati adempiuti gli obblighi di conservazione e protezione;

- Crediti verso lo Stato, enti pubblici territoriali, INPS, INAIL ecc; 

- Veicoli iscritti al PRA, perché sottoposti a tassazione separata.

 

La tassa di successione

Sui beni ricevuti in eredità è necessario pagare la tassa di successione, tranne nel caso in cui il valore dell'eredità sia al di sotto dei 100 mila euro e che non vi siano beni immobili o diritti immobiliari. Le aliquote variano in funzione del grado di parentela.

Nel caso in cui la dichiarazione vada presentata, e sia quindi obbligatoria, è la stessa Agenzia delle Entrate a calcolare la tassa di successione, tenendo in considerazione le franchigie, ossia, le soglie di esonero dall'applicazione dell'imposta che per fortuna sono molto alte: 1 milione di euro. 

Imposta ipotecaria e catastale

Quando si riceve una casa in eredità è necessario pagare l’imposta ipotecaria e catastale, prima di presentare la dichiarazione di successione. Tali imposte sono pari, rispettivamente, al 2% e all’1%del valore catastale dell’immobile.

Se almeno uno degli eredi presenta i requisiti per beneficiare delle agevolazioni fiscali, le imposte si applicano in misura fissa.  Andranno versate anche l’imposta di bollo, la tassa ipotecaria ed i tributi speciali

La voltura catastale

Entro 30 giorni dalla apertura della successione è inoltre necessario presentare domanda di voltura catastale. Tale domanda va inoltrata al catasto della provincia in cui sono situati gli immobili.  Per tale atto è dovuto il pagamento di un tributo speciale e dell’imposta di bollo.

La trascrizione dell’accettazione ereditaria

La dichiarazione di successione da sola non è sufficiente per vendere l’immobile ereditato ed è importante saperlo, altrimenti si arriverà il giorno del rogito davanti al notaio solo per scoprire che la casa non si può vendere.  Se non si effettuano altri due passaggi: l’accettazione dell’eredità e la trascrizione dell’accettazione ereditaria.

L’accettazione dell’eredità può essere effettuata entro 10 anni dall’apertura della successione e può essere: espressa quando viene effettuata mediante atto scritto, quindi atto pubblico oppure scrittura privata autenticata da un notaio, oppure tacita quando il soggetto compie atti da cui è desumibile la volontà di accettare l’eredità.

Il passaggio di proprietà dal defunto all’erede, o agli eredi se sono più di uno, avviene con la trascrizione dell’accettazione ereditaria. Mediante questo atto il trasferimento dell’immobile viene registrato nel registro pubblico.

Ne consegue che senza questo atto, oggi, non è possibile vendere l’immobile perché non si viene riconosciuti come legittimi proprietari.

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09 Aprile 2018